FIVE NIGHTS AT FREDDY’S (2023)

Regia: Emma Tammi

Mike Schmidt e’ una guardia di sicurezza in un centro commerciale. Un giorno , a causa di un trauma del suo passato che lo rende estremamente paranoico , scambia un padre negligente per un rapitore di bambini arrivando ad aggredirlo in maniera feroce.

Licenziato ,l’uomo si reca dal suo consulente professionale che gli offre un lavoro come guardia notturna in un vecchio ristorante pizzeria ormai chiuso da anni : il Freddy’s Fazbear Pizza.

Mike nonostante sia riluttante ad accettare questo strano lavoro finisce inevitabilmente per cedere a causa delle pressioni degli assistenti sociali che vogliono portargli via la custodia della sua sorellina minore Abby.

Ma qualcosa di strano si annida in quella strana pizzeria . Animatronics inquietanti e strane presenze ultraterrene che sembrano riportare Mike al suo trauma piu’ grande , il rapimento e la scomparsa di suo fratello .

Da dove cominciare?

La mia passione per il genere horror non si limita esclusivamente ai film ma tocca tutte le sue forme e derivazioni, videogiochi compresi.

Ammetto quindi di aver atteso con una certa curiosità l’arrivo di un film dedicato ad una delle saghe video ludiche di maggior successo degli ultimi anni.

Un gioco indie , minimale , nato nel 2014 da Scott Cawthon e basato prevalentemente su jumpscares , ma che nel giro di questi nove anni si e’ trasformato in un vero e proprio fenomeno di culto non tanto per i suoi gameplay ma per la sua storia malata e intricata e incentrata sull’infanticidio.

Era inevitabile che prima o poi tutto questo successo portasse al balzo sul grande schermo ….ma era decisamente evitabile che finisse nelle mani della Blumhouse.

Non fraintendetemi , esistono sicuramente prodotti Blumhouse validi ma nella maggior parte dei casi si finisce per avere prodotti stra edulcorati e ripuliti , che rifuggono scelte al limite pur di accontentare il grande pubblico.

Ovviamente , visto che si tratta di una saga video ludica, il target e’ spostato sul pubblico più giovane ma una domanda mi sorge spontanea: i ragazzini che tu stai attirando al cinema conoscono il videogame che viene amato proprio per la sua cattiveria e per gli spaventi che provoca . Perché allora bisogna rendere tutto cosi blando e triste?

FIVE NIGHTS AT FREDDY’S (il film) soffre proprio di questa assurda edulcorazione totale che influisce sia sull’esperienza che sulla narrazione che non sembra saper prendere la giusta strada ne una collocazione precisa: atmosfere paurose ed iconiche che diventano ben presto fumose e poco efficaci; momenti di paura che si alternano a siparietti che dovrebbero essere comici ma risultano fastidiosi; personaggi che , per esigenze e confusione di identità della trama , passano da buoni a cattivi senza una vera e propria coerenza ; i jumpscares sono completamente assenti nonostante dovrebbero essere la base o almeno una bella citazione del prodotto a cui ti ispiri.

Rimanendo proprio sul discorso ispirazione parliamo di un’altro tasto dolente : gli animatronics . Freddy, Bonnie , Chica e Foxy sono incredibilmente fedeli alle loro controparti video ludiche ma peccano purtroppo di concretezza. Quelli che dovrebbero essere gli antagonisti , delle vere e proprie minacce , risultano effettivamente tali solo in un paio di scene . In più il loro look estetico , se pur fedele, risulta davvero troppo pulito e ben poco minaccioso. Scelta presa , molto probabilmente , per venire incontro alle scelte di sceneggiatura ma che influiscono terribilmente sulla resa di questi personaggi iconici per molti .

Si salva quindi qualcosa di questo FIVE NIGHTS AT FREDDY’S targato Blumhouse ?

Sicuramente le citazioni e i vari riferimenti estetici e sonori al videogame sono effettivamente divertenti da scovare e ben realizzati . La storia, per chi non la conosce , potrebbe sicuramente risultare interessante anche se il ritmo altalenante non aiuta a concentrarsi . Un paio di scene risultano carine anche se l’eccessiva “censura” stile “nessuno pensa ai bambini?” dà alquanto fastidio.

In conclusione posso dire che sono stato attirato dalla curiosità ma non sono rimasto soddisfatto del risultato . FIVE NIGHTS AT FREDDY’S risulta volutamente creato per un pubblico di giovanissimi con pochissima esperienza nel genere horror e privato di tutto ciò che poteva risultare scomodo .

Una scelta capibile e volutamente remunerativa ma fin troppo estremizzata nella sua eccessiva censura.

Peccato….

BlackSoul