GOOD BOY (2022)

Regia: Virjal Boe

Christian e’ un affascinante ragazzo che vive insieme al suo cane , Frank, in un immensa villa . Un giorno decide di incontrare una ragazza conosciuta tramite una app di incontri , Sigrid .

L’intesa tra i due , già dal primo appuntamento, sembra essere completa e intensa tanto da trascorrere la prima notte insieme a casa di Christian.

Al risveglio il giovane decide di far conoscere a Sigrid il suo dolce animale domestico ……che si rivela essere non un cane vero e proprio ma una persone vestita con un strano costume da canide.

Sarà l’inizio di uno strano rapporto d’amore con un terzo incomodo alquanto bizzarro e misterioso.

GOOD BOY , seconda opera di Viljar Boe , ci accompagna in una storia alquanto strana e particolare che parte come una vera e propria storia d’amore e finisce lentamente per trasformarsi in qualcosa di malsano e inquietante.

Al centro di tutto vi e’ Frank, un uomo adulto travestito da cane che si aggira per casa di Christian a quattro zampe , mangia e abbaia come un cane , fa le feste e ha bisogno di essere portato a spasso .

A detta del suo “padrone” , il loro rapporto e’ nato per caso ma ci sono sempre stati l’uno per l’altro aiutandosi in tutto soprattutto dopo la morte dei genitori di entrambi . Il desiderio di Frank e’ sempre stato quello di essere in tutto e per tutto simile ad un cane per essere accudito e amato. Christian ha cosi deciso di prenderlo con se e di occuparsi di lui.

Ma come si puo’, da esterno , accettare tutto questo ? Sigrid infatti risulta alquanto scioccata dalla cosa in principio , fuggendo in fretta e furia dalla casa . Ma qui entra in ballo un altro fattore ovvero il fascino della vita privilegiata : Christian e’ bello ma soprattutto ricco . Sigrid ritorna quindi sui suoi passi (sospinta in parte anche dalla sua amica) ricercando per certi versi la stessa cosa di Frank: essere amata e accudita.

Non molto altro mi sento di dirvi riguardo a personaggi e trama e vi sconsiglio pure di vedere trailer a riguardo ma di vedervi questo thriller scandinavo cosi come e’ stato concepito.

GOOD BOY infatti ha l’enorme pregio di gestire al meglio narrativa e relativa evoluzione di quest’ultima con un efficacia che si percepisce sempre più raramente nel cinema moderno.

Verremo quindi accolti in questo piccolo mondo domestico bizzarro in cui amore e accettazione verso il diverso sembrano essere le basi per una convivenza quasi idilliaca .

Finché una svolta scioccante ribalterà la situazione e trasformerà ogni dialogo e interazione tra i tre personaggi in scena in tensione pura, sottile ma affilata in cui saranno le parole a creare disagio e paura, piu’ che le azioni.

Un escalation funzionale e ben gestita ma che , personalmente parlando , pecca leggermente al suo apice . Un tocco di coraggio in più avrebbe forse giovato nonostante la buona resa generale e la conclusione comunque convincente e perfettamente in linea con con il messaggio del film .

Nonostante questo piccolo difetto da me riscontrato , GOOD BOY risulta un ottimo thriller atipico e originale , realizzato praticamente con mezzi e cast ridotti all’osso ma ugualmente efficace sia a livello registico che attoriale.

Una piccola chicca , forse non perfetta , ma che ci fa desiderare più prodotti del genere carichi di idee e emozioni.

BlackSoul